Reggio Emilia, intervento al cuore della centrale

20 giugno 2016
#TERRITORI

Riportiamo qui sotto l’articolo pubblicato domenica 19 giugno su Prima Pagina Reggio Emilia.

 

IREN sta eseguendo una vera e propria operazione a cuore aperto all’interno del Nuovo Polo Energetico di Reggio Emilia: la multiutility ha infatti approntato un complesso piano di manutenzione e, ad intervenire sull’organo più importante dell’impianto, la turbina a gas, che fornisce energia meccanica per la produzione elettrica a quasi la metà della città, è la EthosEnergy Italia SpA, l’azienda torinese, che si è aggiudicata il bando per un contratto di fornitura di servizi di lunga manutenzione (6- 10 anni).

Il Polo Energetico IREN in via Hiroshima, a Reggio Emilia, è costituito da una centrale di cogenerazione con produzione di energia elettrica ed energia termica a servizio della rete di teleriscaldamento urbano, attiva dal 2004 in sostituzione di quella preesistente. La centrale IREN è composta da due sezioni: una centrale a ciclo combinato cogenerativo da 52 MWe con turbina a gas, una turbina a vapore da 18,6 MWe alimentata da 2 generatori a vapore (da 38,1 MWth cadauno) ed una sezione di integrazione composta da 4 caldaie di integrazione (1 da 25,4 MWth, 2 da 19,5 MWth e una da 6,6 MWth). All’interno del Polo sono presenti anche 4 serbatoi di accumulo di acqua surriscaldata utilizzati nelle ore di massima richiesta giornaliera. Il Polo Energetico IREN è alimentato unicamente a gas naturale che è in grado di produrre emissioni molto limitate, che comunque sono ulteriormente ridotte da un avanzato sistema di abbattimento installato nel sistema di scarico (che funziona con lo stesso principio delle marmitte catalitiche ): una spugna ceramica con una superficie trattata con metalli nobili. Questa trasforma gli ossidi di azoto NOx in azoto molecolare (N2) e acqua (H2O). Ciò fa sì che le emissioni siano molto basse. Su questo aspetto e nell’ambito delle centrali a ciclo combinato, l’impianto di Reggio Emilia rappresenta un esempio di eccellenza.
IREN, nel rispetto dei protocolli tecnici che governano la manutenzione degli impianti di questo tipo, ha predisposto un dettagliato piano di interventi sulla centrale e la EthosEnergy Italia ha portato a Reggio i suoi migliori tecnici e ingegneri per la miglior riuscita del lavoro. “Si tratta di aprire letteralmente il cuore della macchina – ha spiegato l’ingegnere e direttore dei lavori Giorgio Alessi – l’intervallo tra una manutenzione principale e la successiva è di circa 6-8 anni; quando le macchine arrivano a circa metà della loro vita, come nel nostro caso, le si controlla molto attentamente nei sui componenti principali attraverso analisi boroscopiche, metallurgiche e meccaniche per verificare che non ci siano danni. In questo caso dovremo sostituire alcuni componenti, come ad esempio le ventole (palette rotoriche e statoriche in gergo tecnico) che si trovano all’interno della turbina”. E’ un intervento e che comporta l’impiego di almeno 15 persone (tutti tecnici specializzati) per un mese di tempo. L’attività però non termina qui, perché le parti pregiate della turbina verranno spedite presso lo stabilimento di Torino per le riparazioni e il ripristino per essere pronte per la prossima manutenzione. Lo stabilimento di Torino è un’eccellenza tecnologica nel settore delle riparazione e fabbricazioni di parti turbina, con una storia quasi centenari, iniziata nel 1925 come Fiat Grandi Motori, poi TTG, FiatAvio, Turbocare ed ora EthosEnergy Italia, società multinazionale.

Il Turbogas di IREN è una centrale a ciclo combinato cogenerativo ed è il cuore di un efficiente sistema cogenerativo (calore + elettricità) con un rendimento complessivo attorno all’80% circa, ben superiore a quello medio raggiungibile dagli impianti convenzionali che producono separatamente gli stessi valori di energia elettrica e termica. La centrale IREN dispone di una turbina a gas, avente come combustibile il metano, con una potenza elettrica di circa 42 MW.
Per rendere giustizia a questo impianto, basta pensare che in Italia le centrali cosiddette “a ciclo combinato”, sono veramente poche. “Il ciclo combinato è il cuore di un efficiente sistema cogenerativo, che produce calore ed elettricità, con un rendimento complessivo dell’80% circa – ha spiegato l’ ing. Alessi – quindi ben superiore a quello medio raggiungibile dagli impianti convenzionali che producono separatamente gli stessi valori di energia elettrica e termica”. Piuttosto curiosi sono i materiali utilizzati, tutti rigorosamente in pollici, unità di misura americana così come la provenienza della macchina. “Cerchiamo di rendere l’impianto il più sostenibile possibile sfruttando le sue grandi capacità di produzione di energia nelle sue piccole dimensioni – ha continuato Alessi – Ogni casa ha a disposizione 3 chilowatt, quindi quasi 15 mila abitazioni sono illuminate con una macchina che occupa uno spazio molto limitato”.

Nelle mani dei tecnici è anche la turbina a gas: “La combustione del gas di alimentazione della turbina produce uno scarico di fumi alla temperatura di 540 gradi che, invece di essere dispersi nell’ambiente, vengono utilizzati per cedere il loro calore a una caldaia di recupero – ha spiegato il supervisore ing. Enrico Brogliatti – Questa genera vapore e, mediante una turbina a vapore, produce altri 12 megawatt di energia elettrica nel caso di massimo recupero termico; infatti, all’uscita dalla turbina, il vapore è ancora in grado di generare energia termica per il teleriscaldamento per una potenza di 47 MW, con un rendimento ben superiore a quello medio degli impianti convenzionali”. Gli interventi in corso di esecuzione rientrano nel piano di manutenzione programmata degli impianti e negli investimenti di IREN per l’efficientamento e la manutenzione delle strutture di produzione di energia e calore a servizio della collettività reggiana e del suo territorio.

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