Gli acquedotti genovesi: una difesa contro la siccità

09 febbraio 2016
#TERRITORI

In questi giorni l’Italia del Nord, e in particolare il Nord Ovest, sta scontando gli effetti delle scarse piogge invernali e dell’assenza di nevicate, con  un problema i scarsità delle risorse idriche disponibili che sta creando problemi alle coltivazioni. La città di Genova, segnata negli scorsi decenni da periodiche di siccità che in alcuni casi hanno costretto a pesanti razionamenti, da ormai oltre un decennio non risente più di tali problematiche grazie all’importante progetto di interconnessione degli acquedotti realizzato a partire dagli anni ’90.

La prima e più importante opera fu infatti  realizzata proprio in quegli anni  attraverso la costruzione di una condotta di 8 Km fra le due valli principali che percorrono la città e di una stazione di pompaggio. Il programma, in realtà, aveva preso avvio fin dal 2003, anno segnato come si ricorderà da una forte siccità, con lo scavo di alcuni nuovi pozzi e il potenziamento di altri esistenti, che hanno consentito di disporre di risorse aggiuntive.

Nel 2006, con la riunificazione dei diversi acquedotti esistenti in Mediterranea delle Acque, si diede poi il via alla fase attuativa del piano di interconnessione finalizzato, in un’ottica di ottimizzazione della gestione delle reti, al miglioramento dei sistemi in allora solo parzialmente connessi e funzionanti a regimi di pressione diversi tra loro.
Ciò ha consentito di gestire più razionalmente le risorse idriche a disposizione, realizzando scambi di acqua fra le diverse reti. Tali scambi hanno permesso, nei periodi di abbondanza, di utilizzare al meglio l’acqua proveniente dai torrenti e dai pozzi, risparmiando così l’acqua degli invasi e conservandola per i periodi di scarsità. Questa strategia ha permesso di superare negli anni passati le periodiche siccità che la città deve costituzionalmente affrontare senza particolari ripercussioni sulla qualità della vita della popolazione: il biennio 2004/2005 è risultato ad esempio essere uno dei più scarsi dal punto di vista delle precipitazioni , con un totale di 2.460 mm di pioggia. Per registrare dati analoghi occorre risalire addirittura al biennio 1943-44. Nonostante ciò, non è stato necessario alcun razionamento.
Anche a fronte dell’attuale scarsità di piogge, il livello degli invasi si assesta ad inizio febbraio 2016 su una riserva di oltre 30 milioni di metri cubi d’acqua, sufficiente per affrontare il periodo estivo con una buona tranquillità.

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