Biomonitoraggio sui lavoratori del Termovalorizzatore

29 aprile 2016
#TERRITORI

Sono tutti nella norma i risultati delle analisi effettuate, ad un anno dall’avvio dell’impianto, su 55 lavoratori che operano all’interno del Termovalorizzatore, dipendenti di TRM e in parte impiegati di un’impresa incaricata della fase di avvio.

Il rapporto riporta nel dettaglio tutti i risultati delle singole fasi e gli esiti del confronto dopo un anno da inizio attività, rispetto alle corrispondenti concentrazioni misurate un anno prima nelle stesse persone.

Il Direttore generale dell’ASL TO3, Dott. Flavio Boraso, sottolinea come dalle analisi finora effettuate non emergano rischi né per la salute dei residenti né per i lavoratori. Nello specifico, le analisi hanno mostrato che le emissioni dei metalli dell’impianto non hanno influenzato in alcun modo la concentrazione di metalli urinari né nella popolazione residente vicino al termovalorizzatore, né nei lavoratori di impianto.

Com’era già successo per i cittadini residenti in prossimità dell’impianto, infatti, ad un anno di distanza è stata rilevata una diminuzione delle concentrazioni dei metalli pesanti e degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), rispetto a quelle rilevate al momento dell’attivazione dell’impianto, sia nel sangue dei lavoratori che operano direttamente sulle linee di incenerimento sia nel restante personale tecnico ed amministrativo.

La Dottoressa Antonella Bena – coordinatrice del programma SPoTT – sottolinea come i risultati ottenuti siano assolutamente coerenti con quelli rilevati in altri programmi di biomonitoraggio su lavoratori di impianti di incenerimento, reperibili nella letteratura di settore. Il quadro scientifico completo si avrà comunque quando verranno esaminati i risultati dei prelievi effettuati anche in quest’ultimo periodo, sui subappaltatori che operano nelle zone di movimentazione dei rifiuti.

CORRELATI